Interviste

Dio non poteva essere ovunque e quindi ha creato le madri (Rudyard Kipling)

13 Maggio 2020

Dopo due mesi di reclusione forzata stabilita dal governo per il contenimento del CoVID19 è arrivato il momento a mio parere di fare un bilancio delle difficoltà che hanno affrontato le donne alle quali è stato affidato l’onore e l’onere di preservare l’equilibrio della famiglia e il benessere psicofisico dei loro figli. Per questo motivo ho pensato di dare voce a una mamma, Monica, che due anni fa ha saputo reinventarsi in seguito alla perdita del lavoro e che ha imparato a mettere le sue capacità organizzative e la sua disponibilità al servizio degli altri traendo gioia e soddisfazione personale.

Come descriveresti la tua professione e in cosa ti soddisfa maggiormente?

La mia professione attuale è la mamma. Prima facevo la giornalista per una casa di produzione televisiva. La perdita di clienti ha fatto sì che tagliassero l’organico.e il progetto di cui mi occupavo era praticamente finito. Ho dovuto così sconvolgere completamente la mia vita. Ho scoperto che stare con le mie figlie è bellissimo soprattutto in questa età. Ci facciamo un sacco di risate insieme, giochiamo alla wii, guardiamo la tv. Certo spesso fanno arrabbiare, ma credo sia normale.

 

Come è cambiata la tua vita dopo la nascita delle tue figlie?

Sicuramente è stata stravolta. Prima ero abituata ad un determinato stile di vita che ovviamente ho dovuto modificare. Ad esempio viaggiavo molto, ora non solo viaggio di meno ma ho cambiato anche le destinazioni. Una cosa però è certa, esco molto di più adesso di prima…. Anche se ora le mie uscite sono in ludoteche, ristoranti con aree bimbi, cinema, parchi….

 

A quale attività ti piace dedicarti nel tempo libero?

Mi piace molto stare con gli amici, organizzare uscite, cene, feste, anche se devo dire che a volte mi piace anche stare a casa a rilassarmi.

 

Cosa ti manca ora della tua vita abituale? 

Direi la mia vita. Mi manca la routine, il fare le cose che ero abituata a fare, anche se spesso mi lamentavo. Mi manca la mia libertà, il poter decidere se fare o non fare una cosa. Bisogna badare alla casa, alla scuola, a tutto. Noi ad esempio siamo invase da video lezioni. Tutti i giorni ne abbiamo una o due, bisogna ricordarsi ogni volta e cercare di farle incastrare. Poi ci sono i compiti da svolgere, che non sempre vengono accolti nel migliore modo possibile e soprattutto manca il contatto umano e l’aria aperta. Noi siamo abbastanza fortunati perché abbiamo un piccolo giardinetto, ma non è la stessa cosa.

 

Cosa invece hai avuto modo di apprezzare o riscoprire in occasione di questa quarantena forzata?

Sicuramente il senso della famiglia, a dare valore a quelle piccole cose che si ritenevano scontate. Ho riscoperto delle amicizie e ne ho tralasciate altre, che magari in questo periodo mi hanno delusa. Ho cercato di rendere l’isolamento meno pesante anche alle mie figlie. Ho inventato lavoretti, giochi, ho cercato di organizzare un virtual party per mia figlia che in questo periodo ha compiuto gli anni, con palloncini, vestiti da principessa e varie video chiamate per gli auguri. Insomma abbiamo cercato di sopravvivere.

 

Pensi di poterti definire una “mamma in tour”? Se sì perché?

Sicuramente si. Non sto mai ferma, mentre faccio una cosa, sto già pensando a come organizzare la successiva. Deve essere sempre tutto perfetto. Mi piace provare e far provare alle mie figlie esperienze nuove.